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Il dialogo tra scienze e tradizioni religiose : Scientismo ateo e creazionismo religioso. |
Evoluzione, la congiura dei fondamentalismi di Mauro Ceruti- Corriere della Sera -2-2007 Il dibattito sui rapporti fra scienza e religione,
che Claudio Magris e Giulio Giorello hanno aperto con riferimento alle
teorie evoluzioniste, conduce a un punto fermo. Dobbiamo ribadire il carattere pluralista della tradizione scientifica.
Fa posto a religiosi e atei, scettici e mistici, pragmatici e metafisici.
C'è chi ha un'identità confessionale e chi persegue itinerari
spirituali propri. La creatività della scienza sta nel fatto che
si sviluppa grazie a questa varietà di metafisiche. Ogni scienziato
ha un modo diverso di vedere il mondo, e la diversità degli sguardi
consente di moltiplicare le vie con cui la scienza procede. La scienza non punta alle verità ultime, ma vuole condurre
fertili esplorazioni. I risultati scientifici portano sempre l'impronta
costitutiva delle nostre società, culture e, soprattutto,
delle nostre strutture cognitive e biologiche. Quali che siano i loro itinerari, spesso sfociano in domande originali riguardo agli sviluppi delle pratiche scientifiche. E spesso la scoperta di nuove teorie è facilitata dall'intreccio di tematiche scientifiche ti mettono così in rilievo l'incompletezza della loro tradizione. Sarebbe opportuno che essa si ponesse in una posizione di ascolto reciproco e di interrogazioni permanenti con altre tradizioni. È questo spirito che oggi ispira i dialoghi fra scienziati e tradizioni religiose.Ma questi fecondi dialoghi trovano tenaci oppositori in chi ritiene che i sostenitori di una visione scientifica dovrebbero essere necessariamente atei, ed anzi fare opera di proselitismo per condurre le persone «infantili» alla «maturità». Così, il biologo inglese Richard Dawkins e il movimento dei «nuovi atei» auspicano che le persone «ragionevoli» dicano basta alle religioni, giudicate «nocive» al «pensiero indipendente». Parlano di autosufficienza della scienza in virtù di una presunta «maturità», e mettono sotto l'tiro ancne le tradizioni umanistiche. Ma tali affermazioni rischiano di danneggiare soprattutto le scienze, perché entrano in collisione col loro pluralismo, con la loro libertà di interrogazione. L'irrigidimento di alcuni scienziati e filosofi va di pari passo con le posizioni di chi attacca la visione evoluzionista sulla base di una rozza concezione antropomorfica di un Dio costruttore di robot («disegno intelligente»). Questo doppio indurimento sembrerebbe supportare le tesi di molti interpreti delle conseguenze dell'11 settembre, per i quali il mondo è oggi percorso da uno "scontro di mentalità" assai ampio. Tutte le tradizioni sono divise da contrasti fra pluralisti e integralisti. E anche la scienza è sede di conflitti fra valori opposti. Dobbiamo fare in modo che il suo futuro non sia all'insegna dell'omologazione forzata e dell'oblio delle radici. |
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